VIAREGGIO. L’Istat ha pubblicato i dati sulle iscrizioni e sulle cancellazioni all’anagrafe in seguito ai trasferimenti di residenza che hanno interessato le province italiane nel decennio 2002-2011. Oltre che rendere pubblici i dati sull’ultimi censimento effettuati (qui i dettagli)

I dati sui trasferimenti di residenza permettono di analizzare le forze che hanno determinato l’incremento della popolazione provinciale (+ 4,3%) certificato dall’ultimo censimento.

Nel decennio appena trascorso, infatti, la ripresa demografica del nostro territorio è dipesa totalmente dall’andamento dei flussi migratori, più precisamente dal saldo largamente positivo fra immigrazioni (flussi di individui in entrata) ed emigrazioni (flussi di individui in uscita).

Fra il 2002 ed il 2011 le iscrizioni in anagrafe a seguito di immigrazione sono state 60.042, di cui 24.504 (pari al 41%) dall’estero, mentre le cancellazioni a seguito di emigrazione sono state soltanto 27.620, di cui 2.986 (11%) per l’estero.

Il saldo cumulato fra immigrazioni ed emigrazioni è stato pertanto di 32.422 unità, di cui 21.518 (66%) attribuibili ai flussi da e per l’estero.

Questi dati evidenziano l’impatto della mobilità internazionale, ma pongono in evidenza anche il contributo non secondario fornito dalla mobilità interna (immigrazioni ed emigrazione da e per altre province italiane) alla crescita demografica provinciale. In generale, il saldo migratorio positivo ha nettamente dominato il saldo naturale (negativo per effetto dell’eccedenza dei decessi sulle nascite), determinando l’aumento osservato della popolazione residente.

La serie storica completa (disponibile sul sito http://demoistat.it) pone in evidenza le tendenze dei fenomeni descritti, consentendo altresì di valutare alcuni effetti sulla mobilità residenziale indotti dalla recessione economica degli ultimi anni.

Fonte: elaborazione dell’Ufficio di Statistica della Provincia di Lucca su dati ISTAT.

Come si può notare dal primo grafico, le immigrazioni da altre province e dall’estero hanno raggiunto un picco nel 2007 – in concomitanza con l’entrata in vigore delle norme che hanno regolarizzato la presenza dei cittadini rumeni, producendo di fatto una sanatoria di ampie proporzioni – per poi diminuire in modo graduale ma costante negli anni successivi. Di contro, le emigrazioni verso altre province e verso l’estero sono aumentate costantemente lungo tutto l’arco del decennio (2° grafico).

Per effetto di queste due dinamiche il saldo migratorio provinciale, seppur ancora largamente positivo, è andato progressivamente erodendosi, segnalando un indebolimento della spinta espansiva derivante dai fenomeni di mobilità residenziale. Ciò potrebbe dipendere, almeno in parte, dall’attuale congiuntura economica.

 

Questa interpretazione è suffragata dal fatto che, nel 2011, i trasferimenti di residenza dall’estero (immigrazioni) sono diminuiti del 17,5%, passando da 2.696 a 2.225. Gli arrivi da altre regioni italiane sono calati del 5,5% (da 1.902 a 1.798), mentre quelli da altre province della Toscana sono aumentati del 6,8% (da 1.858 a 1.984).

Per quanto riguarda il lato delle “partenze”, i trasferimenti di residenza per l’estero sono aumentati durante il 2011 del 36,5% (da 477 a 651), i trasferimenti per altre regioni italiane sono aumentati del 4,3% (da 1.268 a 1.322) mentre quelli per altre province toscane sono diminuiti dell’1,9% (da 1.467 a 1.439).

Da segnalare a questo proposito che l’aumento dell’emigrazione verso l’estero – imputabile in buona parte a rimpatri di cittadini stranieri – è risultato più marcato rispetto alla media regionale (+ 23,3%).

Infine, la mobilità residenziale infra-provinciale (trasferimenti di residenza fra comuni della provincia di Lucca) ha registrato nel corso del 2011 un + 4,7% (da 5.185 a 5.432 movimenti), in linea col trend regionale. L’incremento dei trasferimenti di residenza di corto raggio può dipendere anche dalla regolarizzazione preventiva di posizioni residenziali in vista del censimento (svoltosi nell’ottobre 2011).

 

 

 

PROVINCE E
REGIONI DI
DESTINAZIONE

Trasferimenti di residenza (iscrizioni)

Dall’interno

Dall’estero

Totale

Intra-provinciali

Interprovinciali

Totale

Da province della stessa regione

Da province di altre regioni

2002

4.237

1.293

1.394

6.924

1.004

7.928

2003

4.695

1.410

1.899

8.004

2.420

10.424

2004

4.798

1.657

1.995

8.450

2.183

10.633

2005

5.492

1.623

1.856

8.971

1.953

10.924

2006

5.178

1.680

1.861

8.719

1.528

10.247

2007

5.186

1.810

1.979

8.975

4.327

13.302

2008

5.268

1.707

2.022

8.997

3.223

12.220

2009

5.172

1.832

1.978

8.982

2.945

11.927

2010

5.185

1.858

1.902

8.945

2.696

11.641

2011

5.432

1.984

1.798

9.214

2.225

11.439

Totale

50.643

16.854

18.684

76.967

24.504

99.246

 

Fonte: ISTAT

 

 

 

 

 

PROVINCE E
REGIONI DI
ORIGINE

Trasferimenti di residenza (cancellazioni)

Per l’interno

 

Intra-
provinciali

Interprovinciali

 Per l’estero

Totale

 

Per province della stessa regione

Per province di altre regioni

Totale

  2002

4.237

1.262

1.135

6.634

103

6.737

2003

4.695

1.277

998

6.970

87

7.057

2004

4.798

1.188

1.067

7.053

112

7.165

2005

5.492

1.279

1.053

7.824

198

8.022

2006

5.178

1.341

1.063

7.582

323

7.905

2007

5.186

1.273

1.120

7.579

311

7.890

2008

5.268

1.354

1.134

7.756

370

8.126

2009

5.172

1.442

1.152

7.766

354

8.120

2010

5.185

1.467

1.268

7.920

477

8.397

2011

5.432

1.439

1.322

8.193

651

8.844

Totale

50.643

13.322

11.312

67.084

2.986

69.419

Fonte: ISTAT

IL FENOMENO “FUGA DEI CERVELLI”

 

Nei giorni scorsi, alcuni quotidiani nazionali hanno pubblicato i dati sull’incremento delle emigrazioni all’estero da parte di cittadini italiani laureati (la cosiddetta “fuga di cervelli”), sottolineando contestualmente lo spreco di risorse finanziarie derivante da tale fenomeno.

Infatti, assumendo che un laureato costi in media allo Stato Italiano 124.000 euro (stima OCSE), soltanto nel 2011 – quando gli emigranti laureati sono stati oltre 10.600 – il nostro Paese ha perduto oltre un miliardo di euro sotto forma di investimenti in capitale umano destinati a fruttare all’estero.

Per quanto riguarda la provincia di Lucca, al momento l’Ufficio statistica dell’amministrazione provinciale non è ancora un possesso dei dati disaggregati per titolo di studio relativi all’ultimo anno. In ogni caso, nel 2010 i residenti laureati di nazionalità italiana emigrati all’estero sono stati 69, con un incremento dell’87% rispetto al 2009 e un incremento di oltre il 300% rispetto all’inizio del decennio (anni 2002-2004).

Se si applicano i moltiplicatori OCSE, ciò equivale ad una perdita di investimenti in capitale umano per il biennio 2009-2010 superiore a 13 milioni di euro. Questo calcolo non tiene conto dei laureati provinciali che si sono trasferiti in un’altra provincia o in un’altra regione (in un’ottica nazionale tali risorse non sono perdute; in un’ottica locale, tuttavia, sarebbe forse opportuno interrogarsi sulla questione).

 

 

anno

licenza media o inferiore

diploma

laurea o superiore

2009

118

52

37

2010

157

76

69

Totale

275

128

106

variazione ass.

+ 39

+ 24

+ 32

variazione %

+ 33,1

+ 46,2

+ 86,5

 

Tabella – cittadini italiani residenti in provincia di Lucca che hanno trasferito la propria residenza all’estero; disaggregazione per titolo di studio (fonte: elaborazione dell’Ufficio di Statistica della Provincia di Lucca su dati ISTAT).

Occorre però rimarcare – spiegano gli esperti dell’Ufficio statistica provinciale – che il saldo migratorio estero di soggetti laureati è globalmente favorevole al nostro Paese. Nel 2010, ad esempio, i cittadini stranieri laureati che sono immigrati in provincia di Lucca sono stati 117, ovvero quasi il doppio dei nostri connazionali con pari titolo di studio trasferitisi all’estero (nel 2009 gli immigrati laureati erano 144). La vera questione risiede piuttosto nel tipo di occupazione – e di conseguenza nel livello di produttività – che gli emigranti italiani laureati e gli immigrati stranieri laureati vanno a svolgere: presumibilmente di alto profilo nel primo caso e di basso profilo nel secondo. Il problema sempre più stringente della fuga di cervelli va di pari passo con quello del sotto-utilizzo del capitale umano reso disponibile dall’immigrazione (brain waste). In tale ottica, una contabilità degli sprechi dovrebbe forse tener conto di entrambi gli aspetti”.

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ultimo aggiornamento: 12-01-2013


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